Fabio Bonardi - Liutaio


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Chitarra Gaetano Guadagnini, Torino 1823

Restauro


Chitarra Gaetano Guadagnini, Torino 1823


Stato di conservazione

Lo strumento non è utilizzabile e necessita di opere di consolidamento e rinforzo.
La chitarra presenta almeno una precedente riparazione, come testimoniato anche dal cartiglio aggiuntivo vicino a quello originale sul fondo dello strumento.

Considerazioni sulla riparazione precedente

Il concetto di restauro conservativo, in liuteria, è un’idea degli ultimi 30-40 anni; prima di questo periodo è semplice trovare esempi di riparazioni invasive che hanno modificato la morfologia degli strumenti sui quali sono state effettuate.
In questo caso è lampante come lo strumento abbia subito modifiche alla paletta e alla tastiera, in netto contrasto con i tratti caratteristici della produzione di Guadagnini del terzo decennio dell’Ottocento.
Ma ad aggiungere valore storico allo strumento è la riparazione in sé, eseguita da uno dei maestri liutai più famosi del periodo, Pietro Gallinotti, su uno strumento di uno degli autori italiani più importanti di sempre, Gaetano Guadagnini.

Scelta della tipologia di restauro

Le opzioni prese in considerazione per il restauro dello strumento sono due: la prima consiste nel riportare lo strumento il più simile possibile a come poteva essere inizialmente, la seconda invece tutela la storia dello strumento e quindi anche le modifiche successive.
La prima ipotesi risulta essere, con lo strumento in queste condizioni, molto invasiva: bisognerebbe infatti modificare la paletta per poter rimettere i piroli ed eliminare la tastiera e sostituirla con una a filo della tavola.
La seconda ipotesi invece è più conservativa e consiste nel mantenere l’attuale paletta, rettificare la tastiera per un assetto ottimale e sostituire i tasti con altri simili. Questa ipotesi non esclude inoltre di riportare eventualmente allo stato originale lo strumento in un secondo momento.
La prima ipotesi invece cancellerebbe in gran parte il lavoro di Gallinotti.
Tutte le altre operazioni di consolidamento e rinforzo dello strumento sono invece comuni ad entrambe le ipotesi.

Si è scelto di operare seguendo la seconda ipotesi, più conservativa e rispettosa dei lavori di entrambi i grandi maestri liutai che hanno consentito allo strumento di resistere al tempo, e ai proprietari, per quasi due secoli.



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